ARSisti


E’ la mia macchina che non va

ce ne vorrebbe una maxi

una ultra, iper, super.

La mia, invece, si chiama Astra

nome apparsomi bello

per il suo profumo di stelle e futuro

tutto per me, e invece?

Invece me ne servirebbe un’altra

una di quelle con le lettere basse

quelle di fine alfabeto

delle belle x o y o z dopo ordinarie c.

E poi numeri, tanti numeri

e poi deve essere grande

di quelle che quando ti giri

l’invidia si vende alla tonnellata,

che quando devi cambiargli le gomme

ti devi vendere la mamma.

E manco questo m’abbasta

ci vuole di più per essere come loro

un vestito tirato blu

scuro profondo

calzature lucide

e telefonini Itutto

super, iper, ultra sottili

nero profondo pure quelli.

E poi ancora uominazzi in gel tutto intorno

o presi dall’abbiocco

dentro le auto di cui sopra.

Ci sono andato vicino

al loro posto di ritrovo,

punto di contatto

per le partite di potere

dove ci perderei sempre,

e senza rimpianti,

per poter dormire la notte

come quando ero ancora pupo.

Per essere come loro

ci vuole anche un posteggio privè

un passaggio limitato,

un codice segreto,

un luogo defilato,

un caffè obbligato,

una riunione all’ora,

l’irreperibilità costante

un’assenza frequente

dalla famiglia soprattutto.

Per essere come loro

ci vuole il fegato

e quel desiderio di contare sempre

ovunque si vada

anche se non c’hai voglia,

la tua immagine sempre in anticipo su di te.

E poi bisogna farsi aspettare

come le spose vergini,

che non so più dove sono.

Ma se mi cambio d’auto,

mi rinnovo vestiti e cellulare,

mi procuro autista e privilegi,

se mi immolo alla mondanità,

mi divido tra impegni e doveri

e parole d’onore date

e posteggio sul comò il mio cervello,

mi verrà voglia di fare il parlamentare?

 

Palermo 14 novembre 2009