C’è un filo, sottile ma robusto, che lega le maschere
di Mauro Li Vigni alla creatività dei bambini. Le opere sono volti di mostri buoni, totem fantastici e raffinati, assemblaggi policromi di materiali
tratti dagli scarti, da ciò che ha smesso di essere utile, in linea con la poetica della Trash art più moderna. Li Vigni quindi, con queste opere, si
inserisce a pieno diritto nel filone degli ecological artist, dove la scelta di utilizzare materiali di scarto risponde a una necessità personale ma soprattutto a un obiettivo preciso, quello di far riflettere sulle nostre abitudini quotidiane,
sull'obsolescenza programmata degli oggetti, sul consumismo esasperato e sull’utilizzo irresponsabile delle risorse naturali.
Dagli scarti – di metallo, di legno, di carta – nascono quindi
personaggi che soltanto una fantasia
vivida come quella di un bimbo può generare. Perfette
pareidolie di caratteri umani fatti di viti arrugginite, di giunti, di rondelle, di irriconoscibili ricambi, fatti rinascere per
offrirsi a un occhio
umano capace ancora di stupore e di meraviglia.
Un occhio che, nonostante l'età, abbia saputo conservare la
poesia della sua infanzia.
Rosa Di Stefano