In uno dei miei periodici giri per librerie mi imbatto un giorno in un autore americano di origini greche, David Sedaris. I titoli dei suoi libri attraggono subito la mia attenzione. Ne prendo uno e lo sfoglio per verificare se il contenuto sia all'altezza del titolo. la delusione non arriva così come è successo per altri libri in passato e allora lo compro. Poi la lettura è stata piacevole come era nelle aspettative. Ho trascorso un'estate immerso nei suoi racconti e alla fine di un agosto molto caldo ho deciso di raccontare la mia famiglia da un altro punto di vista, da una prospettiva ironica come Sedaris mi aveva insegnato. Ho chiesto, allora, un computer portatile a un cugino disponibile perché lì dove villeggiavo non avevo la possibilità di usare il mio. Con le cuffie nelle orecchie ho cominciato a scrivere e tutto è venuto da solo, senza apparente sforzo. Di tanto in tanto venivo rimproverato, in modo benevolo, da mia moglie Elvira che mi sorprendeva a ridere delle mie stesse parole nel momento esatto in cui le scrivevo, invitandomi a farlo con più misura per evitare di passare per un folle a gli occhi di chi non sapeva cosa stessi facendo in realtà.
Terminata la parte della riscrittura e delle diverse ri-scritture, mi è venuta voglia di vedere quei racconti accompagnati da immagini capaci di esaltare l'aspetto comico di quelle vicende. Questo mio desiderio è stato gratificato dal mio amico Farid Guzzo autore delle tavole che accompagnano i racconti contenuti del libro.
La mia famiglia e altre anomalie è una raccolta di racconti autobiografici in cui ognuno, grazie al gioco del rispecchiamento, può rintracciare frammenti di storia della propria famiglia. Con un linguaggio pieno di umorismo e una narrazione incalzante ricca di eventi esilaranti - caratteristiche ormai tipiche della scrittura di Mauro Li Vigni - vengono raccontati piccoli episodi di vita quotidiana in cui i diversi componenti della famiglia diventano dei veri e propri personaggi; dal nonno inventore allo zio supereroe, dalla nonna stoicamente dedita alla sopportazione del dolore fisico al fratello collezionista di tutto. Attorno ad essi ruota un numero imprecisato di personaggi divertenti e altrettanto anomali capaci di segnare in qualche modo l’esistenza tragicomica dell’autore. Ad accompagnare i racconti le belle illustrazioni di Guido Guzzo autore anche della copertina.
Dovessimo stare a quanto pensava Freud del bacio potremmo tutti ritenerci dei maniaci sessuali, essendo per lui il contatto tra le labbra di due esseri umani un comportamento da relegare tra le distorsioni sessuali. Fortunatamente non sono stato il solo al mondo a rendermi conto che il Prof. Freud è morto già da un mucchio di anni, vista la felice abitudine delle giovani generazioni – e in quelle meno giovani – di fare abbondante uso del bacio per iniziare, consolidare o, più raramente, interrompere una relazione con un essere umano dell’altro sesso o dello stesso (de gustibus non est disputandum).
Non tutti i baci però sono memorabili, soprattutto se a uno dei due partner riesce alquanto difficoltoso estroflettere la propria lingua oltre il limite dei propri denti. [...]
Dal canto mio non mi risulta gradevole ricordare nemmeno il primo bacio, e nemmeno uno di quelli immediatamente successivi, insomma quelli di quel periodo della vita da molti definito ostinatamente l’età dell’oro e che, a mio avviso, è più appropriato definire adolescemenza.
La mia prima volta, nel senso casto del termine, ha avuto luogo in modo inaspettato e, come sempre quando si tratta di me, tragicomico. Non ho nemmeno bisogno di forzare la mano esagerando certi aspetti della situazione, la quale presa così com'è ancora adesso appare insopportabilmente ridicola, mitigata solo dalla tenera età mia e di una dimenticata Giulia. L’oggetto capace di catalizzare le mie attenzioni sessuali di dodicenne aveva sembianze decisamente femminee: bionda e dotata di canonici occhi azzurri faceva la sua porca figura. [...] Il suo aspetto angelico contrastava in modo esasperante con la sua personalità decisamente mascolina [...]. A sua discolpa vanno ascritte esperienze infantili maturate nel mondo del rifornimento di carburante. Era solita, infatti, vantarsi per essere in grado di tenere con una sola mano una pompa per l’erogazione del diesel da dieci atmosfere. Già allora ero un tantino intimorito all’idea di affidare alle sue cure il mio piccolo uccello, di certo non contento della prospettiva di essere usato come un erogatore di benzina senza piombo.