La polpa persa della città


In questo torsolo di mela,

residuo stantio di un pasto che fu,

ci rivedo la linea sinuosa

che una donna distinse.

In quei morsi sfrangianti

rimane memoria di un amplesso

doloroso,

furioso di passione,

in quei bocconi,

che non vedo più,

c’è tutto il succo

di un sudore d’amore.

Lo scheletro di mela

ritto in piedi

sulla sua base di buccia trafitta,

ristà in equilibrio

instabile

come l’amore acerbo.

In questo avanzo di frutta

polverosa di terra

e sabbia di strada

ci trovo la storia di un gatto sornione

che gira intorno a questa preda dimezzata,

unico appiglio

contro il digiuno totale.

E mentre il bianco della polpa rimasta

scolorisce

e vira al suo bruno destino,

una coltre spessa di formiche fameliche

ne fanno definitiva minnitta.