La sensibilità contemporanea verso le tematiche ambientali ha dato, negli ultimi anni, un impulso enorme all'arte figurativa e alla scultura in modo particolare. Molteplici sono gli artisti di tutto il mondo che, a partire da oggetti di uso comune ormai destinati alla discarica, realizzano opere d'arte capaci di ben figurare all'interno delle case dei collezionisti. E' questo un percorso nobile che Mauro Li Vigni segue con la creazione delle sue opere, collages e sculture a cui si affiancano acrilici stampati su plexiglass. Si tratta di maschere, ritratti improbabili, che offrono una nuova esistenza a oggetti ormai privi delle loro funzione iniziale, che altrimenti andrebbero a riempire ulteriormente le discariche cittadine. A partire da vecchie riviste, legno riciclato, parti di motori, elementi provenienti da vecchie cucine a gas, utensili a basso coefficiente tecnologico ormai superati e abbandonati, maniglie, viti, rondelle, scarti della lavorazione del legno, freni a disco, da tutto questo insieme multiforme di materiali, Mauro Li Vigni ha generato un universo di mostri buoni, visi policromi e totem dalle espressioni buffe, nel tentativo riuscito di produrre bellezza a partire da ciò che aveva solo una funzione meccanica. Oggetti in origine lontani dalla necessità di essere anche belli poiché il loro unico scopo era quello di essere utili.
La mostra si offre quindi come un viaggio divertente nell'immaginario del suo autore ma anche come una sorta di rebus in attesa di risoluzione, dove ognuno può provare a ritracciare in ogni singola scultura o collages, l'immagine originale o, meglio ancora, la funzione a suo tempo esercitata dai vari pezzi usati da Mauro Li Vigni per realizzare di volta in volta occhi, bocche, nasi, corone, orecchie di questi personaggi muti e affascinanti.